In un precedente articolo (qui il link alla prima parte) abbiamo visto come nasce e si sviluppa il microbiota intestinale nei primi 3 anni di vita e come il parto vaginale, l’allattamento al seno ed una corretta alimentazione siano presupposti fondamentali per una flora microbica ricca e sana. Tuttavia, non sempre ciò accade…
In caso di nascita da parto cesareo, il neonato non viene in contatto con i batteri del muco vaginale materno, fondamentali per la prima colonizzazione dell’intero organismo del bambino. Tale colonizzazione avviene in questo caso ad opera di batteri ambientali e della pelle della mamma, oltre di chi si occupa del bambino nelle prime ore di vita.
In caso poi di neonato prematuro, è talora necessario l’utilizzo di antibiotici per infezioni di varia natura.
Non sempre l’allattamento al seno materno è possibile o duraturo, per motivi diversi di caso in caso
Lo svezzamento viene spesso anticipato ed iniziato prima del 6°-7° mese di vita come raccomandato anche dall’OMS.
Già nella prima infanzia sono talora necessari trattamenti antibiotici per otite, bronchite, tonsillite, infezioni urinarie.
Tutte le suddette condizioni determinano un danno qualitativamente e quantitativamente rilevante a carico del microbiota intestinale del bambino: ciò comporta, come ormai ampiamente descritto dalla letteratura scientifica internazionale, una maggiore predisposizione in età pediatrica a disturbi gastrointestinali, intolleranze alimentari, allergie, eczema atopico, infezioni recidivanti soprattutto delle vie aeree, malattie infiammatorie croniche intestinali.
Per tale motivo, tutte le condizioni di disbiosi intestinale dovrebbero essere indagate e corrette già nella primissima infanzia, attraverso l’integrazione mirata di probiotici ed una valutazione complessiva della storia clinica di ogni piccolo paziente.