Lo svezzamento è inteso come la graduale introduzione di alimenti diversi dal latte, sia materno che formulato.
Si tratta di un momento molto importante per il bambino, non solo perché l’integrazione di alimenti nuovi permette di fornirgli nutrienti di cui ha bisogno dopo i primi mesi di vita, ma anche perché stimola formidabilmente tutti i suoi sensi e la curiosità verso il cibo.
Tuttavia, occorre rispettare alcune regole sia per quanto riguarda i tempi e le modalità di introduzione degli alimenti diversi dal latte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (oltre che le più autorevoli Società ed Accademie Internazionali di Pediatria) raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita (OMS, 2008) come pratica di salute pubblica per tutta la popolazione mondiale per raggiungere crescita e sviluppo ottimali e, conseguentemente, l’introduzione di alimenti diversi dal latte solo dopo i 6 mesi.
Il limite dei 6 mesi di vita, che vale anche in caso di allattamento con latte formulato, è dettato dal fatto che a quell’età il bambino presenta un patrimonio di enzimi adeguato, grazie in particolare alla flora batterica intestinale progressivamente sviluppata dalla nascita, oltre che un sistema immunitario intestinale sufficientemente maturo per tollerare il contatto con nuove molecole alimentari.
L’introduzione troppo precoce di nuovi alimenti, anche la semplice frutta o le creme di cereali, può infatti determinare un sensibile aumento di sviluppare intolleranze e/o allergie alimentari nella prima infanzia, oltre che problematiche gastrointestinali su base infiammatoria.
Inoltre, è importante che gli alimenti vengano introdotti gradualmente e nei tempi corretti (ad esempio il glutine dopo i 6-7 mesi, il pomodoro e l’uovo dopo gli 8-10 mesi, il latte vaccino dopo i 12 mesi, ecc), senza mai forzare l’appetito del bambino se non gradisce la pappa. Fondamentale è evitare la monotonia degli ingredienti e rispettare la stagionalità della frutta e della verdura proposte al bimbo.
Sale e zucchero dovrebbero essere assolutamente evitati nei primi 2 anni di vita, poiché l’introduzione precoce di questi 2 ingredienti “programma” il cervello del bambino a cercare sempre più cibi sapidi e/o dolci nelle età successive.
Infine, dobbiamo avere molta pazienza se il bambino sembra non gradire le pappe, poiché ogni bimbo ha i suoi tempi di adattamento alle novità, anche rispetto al cibo.